La storia

 

Il prof. Vladimir Hudolin, psichiatra croato nato nel 1922 e morto nel 1996, visti gli scarsi risultati ottenuti attraverso la medicalizzazione dell’alcolismo, ha per primo sperimentato in Croazia dei gruppi di auto- mutuo aiuto per il trattamento dei problemi alcol-correlati, secondo un approccio ecologico-sociale.

Nel 1964 fu aperto a Zagabria il primo Club; l’alcolismo ha smesso di essere considerato una malattia, per essere considerato uno stile di vita, che può essere modificato attraverso la volontà della persona e l’influenza della famiglia e del gruppo in cui essa è inserita.
Autorevoli studi hanno dimostrato che l’alcolismo deve essere considerato uno di quei fenomeni a forte valenza sociale , per cui più si beve nella comunità, più ci sono individui che esagerano nei loro comportamenti verso il bere. Meno la comunità beve, meno individui con problemi alcol-correlati vengono rilevati. Così, un gruppo dove si segue uno stile di vita sano e libero da droghe, finisce per influenzare le persone che lo frequentano,

Il Club deve portare la sua esperienza al di fuori, nella comunità allargata, proprio per cercare di modificare l’atteggiamento generale della popolazione (cultura del bere), perché solo riducendo la media generale dei consumi si riducono in proporzione i problemi alcol-correlati.

APPROCCIO ECOLOGICO SOCIALE: si basa sul lavoro dei Club, le comunità multifamiliari autonome, di non più di 12 famiglie inserite, lavoro centrato sulla famiglia e la persona e non il paziente e la sua patologia.
Il problema alcolcorrelato e complesso viene visto come uno stile di vita, un comportamento multifattoriale, psico-fisico-sociale, oggi si potrebbe aggiungere anche antropospirituale, mentre la psichiatria tende a considerarlo esclusivamente in una dimensione biologica e psicopatologica.
Il primo Club secondo l’approccio ecologico-sociale del prof. Hudolin fu aperto in Italia nel 1979. Da allora, i Club nel nostro paese si sono moltiplicati, arrivando al numero di circa 2600.

l’idea è semplice: famiglie che si incontrano ogni settimana, in piccole comunità multifamiliari chiamate club, per parlare dei loro problemi legati all’alcol. Al primo congresso italo-juguslavo dei Club degli alcolisti in trattamento, svoltosi a Opatija, in Jugoslavia, nel 1985, si è proposto di considerare l'alcolismo come un particolare modello di comportamento, come uno stile di vita che può tradursi in malattia quando si manifestano complicanze organiche, psichiche e sociali (Hudolin Vl., 1985).
Quest'ottica di guardare al problema è quella che si definisce ecologica: i disturbi alcolcorrelati sono visti come il risultato dei disturbi dell'equilibrio ecologico della comunità. L'alcolismo dunque è inteso come uno stile di vita;mentre i disturbi alcolcorrelati, ad esempio la cirrosi epatica, la psicosi alcolica, la polineuropatia alcolica, sono malattie. Se a partire dagli anni Sessanta si parlava di malattia alcolica familiare, oggi il termine andrebbe corretto piuttosto in stile di vita alcolico della famiglia come dell'ambiente sociale.

Al concetto di approccio ecologico sociale si lega quello di spiritualità antropologica espresso dai valori che ispirano  il lavoro dei Club ossia la pace, la solidarietà, l’amicizia e l’amore. I Club degli alcolisti in trattamento hanno avuto riconoscimenti internazionali, dall’OMS fino alla Commissione Europea sulla Salute.